Fantadidattica

Scuole aperte.

E classi in quarantena. O classi in isolamento in attesa del tampone per mettersi poi in quarantena ufficiale. O classi presenti con alunni in quarantena. O ragazzi in autoisolamento preventivo per sintomi in attesa di un tampone.

Un tempo sui registri si segnava presente o assente: erano i due stati della materia. Tutt’al più ufficiosamente c’era lo studente distratto, che guardando fuori dalla finestra e pensando ai fatti suoi era presente ma non collegato.

Invece ormai i nostri registri pullulano di notazioni, eccezioni e precisazioni che non si erano mai viste. Assente per quarantena ma collegato. Assente al collegamento della classe in DAD per quarantena. Classe presente ma alunno assente in autoisolamento preventivo. Collegata la classe in DDI ma orario ridotto, con partecipazione in differita alle ore asincrone. Collegato in remoto con orario usuale ma ore accorciate. Classe collegata con orario sincrono ridotto e orario asincrono integrativo. Collegamento saltato per computer impallato e lezione sostitutiva asincrona.

Lo sanno tutti: la didattica a distanza non può essere una semplice didattica in presenza teletrasmessa. Quindi se arrivi a scuola e la classe nella notte è stata esiliata a casa devi inventarti qualcosa di adatto alla nuova situazione: devi metterti davanti allo schermo aprendo il collegamento, invitando i partecipanti e soprattutto tirando fuori dalle tue strumentazioni didattiche e dalla tua capacità comunicativa qualche cosa che riesca a intercettare l’attenzione dei ragazzi, e a far proseguire la continuità didattica.

E se perdura l’insegnamento a distanza le Linee guida indicano la necessità di rivedere l’orario settimanale contraendo le ore in collegamento ( più pesanti e faticose) e integrandole con ore asincrone (lavoro assegnato ma senza collegamento diretto). Quindi si deve rivedere l’orario riducendolo e ogni insegnante deve proporre attività didattiche digitali che vengano svolte nei momenti che i ragazzi preferiscono per reintegrare il monte ore.

E se l’insegnante è a sua volta capitato in una classe con elementi sospetti o positivi al covid? La classe sta subito a casa, ma il docente continua a insegnare. Incrociando le dita e aspettando il tampone. E se invece ha sintomi? A quel punto deve certamente assentarsi. E quindi la classe si collegherebbe ma il docente non è presente.

Però ufficialmente la scuola è in presenza.

E mentre noi facciamo didattica remota dalla presenza o didattica in presenza ma anche remota e annotiamo questa fantadidattica nei nostri sempre più pirotecnici registri, le scuole sono ufficialmente aperte.

E i pedagogisti benpensanti non perdono occasione per affermare che la didattica in remoto è un imbroglio e che tutto ciò che ci stiamo inventando per salvare la continuità didattica con collegamenti e classi virtuali non è scuola ma sono bagatelle e pinzillacchere.